Come il cibo può salvare il Salento dallo spopolamento

Luglio 2025 - La7: Il ritorno alla terra

Il Sud Italia vive una delle sfide più grandi della sua storia recente: lo spopolamento. Negli ultimi vent’anni il Mezzogiorno ha perso oltre 700 mila residenti, e secondo le stime del rapporto Svimez, entro il 2080 la popolazione potrebbe ridursi di altri 8 milioni di abitanti.

Eppure, in questo scenario complesso, nascono storie di ritorno, coraggio e innovazione.

La scelta di Gabriele: tornare a Ruffano e rivoluzionare la tradizione

Dopo anni dedicati all’export alimentare e esperienze di lavoro all’estero, Gabriele ha deciso di tornare nel suo paese natale, Ruffano, nel cuore del Salento. Qui ha preso in mano l’azienda cerealicola di famiglia e l’ha trasformata, puntando tutto sulla qualità. Il risultato? Una pasta artigianale capace di conquistare i palati internazionali e di diventare ambasciatrice di un territorio che non vuole arrendersi allo spopolamento.

Il cibo come leva per lo sviluppo

“Puntare sulla qualità può aiutarci nel valorizzare al meglio il territorio” – racconta Gabriele.
È questa la filosofia che guida non solo la sua azienda, ma anche Santi Paduli, il progetto sostenuto da Fondazione con il Sud che unisce produttori locali, scuole e giovani. Tutti insieme hanno scelto di restare o di tornare, credendo in un futuro radicato nella propria terra.

Il messaggio è chiaro: se tutti pretendessimo cibo sano, qualcuno vicino a noi sarebbe disposto a produrlo. Il cibo diventa così il fulcro attorno al quale costruire un’economia locale, sostenibile ed etica.

Biodiversità e paesaggio: la rinascita dopo la Xylella

Le politiche contro lo spopolamento passano anche dalla cura del paesaggio. Dopo la devastazione causata dalla Xylella, è iniziata la ripiantumazione di biodiversità: nuovi alberi, nuove colture, nuova vita. La biodiversità è vita, ed è la chiave per restituire futuro a un territorio che rischiava di spegnersi.

Una nuova narrazione per il Mezzogiorno

Questa non è solo la storia di un’azienda agricola, ma di un’intera comunità che ha scelto di resistere. Attraverso la pasta, il pane, la farina e i prodotti artigianali, il Salento torna a parlare al mondo, trasformando le proprie fragilità in opportunità. Il cibo non è più soltanto nutrimento, ma una politica attiva di sviluppo, un ponte tra passato e futuro.